Dopo quattro giorni e due
reclami altrui diciamo la nostra. Avevamo scelto la strada del silenzio, per
non appesantire di ulteriori polemiche e reazioni una situazione che non ne
aveva bisogno, oltre che perché reputavamo che la querelle riguardasse il
regolamento (un’affare della Fip) ed i nostri avversari, con noi spettatori
terzi: essendo però stati nuovamente tirati in ballo non ci pare giusto far finta
di niente, specie quando ciò che viene raccontato non è esattamente attinente
alla realtà dei fatti. Non abbiamo la pretesa che ciò che scriviamo sia la
verità assoluta: è semplicemente la ricostruzione del match tra BMR Scandiano e
Tigers Forlì vista con i nostri occhi. Chi legge ed è parte neutrale,
ovviamente, farà le dovute considerazioni.
Ma andiamo per punti:
a)
Il regolamento Fip (non nostro) prevede che l’attrezzatura
di riserva dei 24”, qualora quella “titolare” non sia utilizzabile, funzioni in
modo manuale, ovvero con le palette, e che il fischio allo scadere sia diverso
da quello dell’arbitro, ovviamente per non renderlo confondibile. Che la
responsabilità oggettiva del non funzionamento dell’apparecchio non sia nostra,
appare ovvio: l’impianto non è di nostra società. Sul flauto, il pifferaio
magico e tutte le altre ironie ci limitiamo a dire che abbiamo chiesto ai
supporters avversari una delle loro trombe, ma ci è stata negata; abbiamo
iniziato con l’unico strumento che avevamo a disposizione, peraltro accettato
dagli arbitri, e tanto ci basta;
b)
In merito a quanto contenuto nel reclamo odierno
dei Tigers, al paragrafo “in merito ai provvedimenti disciplinari,
sottolineiamo solo alcuni aspetti: i tifosi ospiti non sono stati apostrofati
per aver appeso striscioni prima della gara, ma perché sono stati fatti
accomodare al PalaRegnani con largo anticipo, visto che fuori pioveva, e hanno
fatto un giro sul parquet con le scarpe sporche: quale custode non si sarebbe
alterato? Del conciliabolo tra allenatore avversario e arbitri dove sarebbero
intervenuti con “fare minaccioso” i nostri dirigenti, non risulta traccia: come
mai è stato squalificato solo il tecnico romagnolo? Evidentemente non si è
rivolto con modi oxfordiani a chi aveva diretto l’incontro (e nemmeno a noi, a
dire il vero). E come mai il figlio 14enne ha sentito queste fantomatiche
provocazioni e minacce? Forse perché, come buona parte dei supporters ospiti, a
fine gara hanno invaso il campo non certo per festeggiare la nostra vittoria?
c)
Da ultimo, un appunto: nel video avversario si
dice che in panchina eravamo otto e al termine della gara un numero maggiore in
campo. Eravamo ben di più sin da subito, visto che a otto si arriva solo tra
giocatori di riserva, assistenti e allenatore, senza considerare dirigente
accompagnatore, etc. D’altronde nel primo reclamo è stato contestato che l’ultima
azione è iniziata con 24 secondi sul cronometro e non 29 come scritto nel
secondo. Evidentemente la matematica è un’opinione.